Il panico è una reazione psicologica e fisiologica intensa e improvvisa che si manifesta con una sensazione di paura o terrore ed ansia travolgente, accompagnata da sintomi fisici e comportamentali che possono essere molto simili a quelli di un attacco cardiaco o di altre emergenze mediche. Esso può insorgere in risposta a una situazione percepita come pericolosa o minacciosa, ma a volte può apparire senza una causa evidente. Il panico è un fenomeno complesso che coinvolge aspetti emotivi, cognitivi e fisiologici, ed è considerato una reazione normale a situazioni stressanti, ma può diventare patologico quando si presenta in modo ricorrente o in assenza di una minaccia reale, come nel caso dei disturbi da attacchi di panico.

Etimologia

Il termine “panico” deriva dal greco antico “πάνικος” (pánikos), che significa “relativo a Pan”. Nella mitologia greca, Pan era il dio delle terre selvagge e dei pastori, spesso rappresentato come una figura metà uomo e metà capra. Pan era noto per provocare improvvisi attacchi di paura tra i pastori, specialmente durante la notte o nei luoghi solitari, fenomeni che venivano descritti come attacchi di “panico”. Questi attacchi erano associati a un’intensa paura inspiegabile e irrazionale, che si manifestava in comportamenti di fuga e agitazione.

L’uso del termine si è evoluto nel tempo, passando a designare non solo la paura collettiva (esempio: “panico di massa”) ma anche una reazione individuale di angoscia estrema.

Nel linguaggio medico moderno, l’espressione “attacco di panico” è stata formalizzata nella terza edizione del DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) nel 1980, distinguendo questa condizione come una specifica entità diagnostica.

Meccanismi fisiologici

Il panico attiva una serie di risposte fisiologiche nel corpo, che sono tipicamente associate alla reazione “lotta o fuga”, una risposta evolutiva che prepara l’individuo ad affrontare un pericolo imminente. Questi meccanismi sono regolati principalmente dal sistema nervoso autonomo e dall’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), che è coinvolto nella risposta allo stress.

  1. Attivazione del sistema nervoso simpatico: Quando si verifica un attacco di panico, il corpo rilascia ormoni come l’adrenalina e il cortisolo, che accelerano il battito cardiaco, aumentano la pressione sanguigna e preparano i muscoli per una possibile azione fisica, come la fuga.
  2. Respirazione rapida e superficiale: La frequenza respiratoria aumenta, spesso accompagnata da iperventilazione, che può portare a sensazioni di vertigini e una sensazione di mancanza d’aria.
  3. Aumento della sudorazione: Il corpo aumenta la produzione di sudore come risposta alla percezione di pericolo.
  4. Contrazione dei muscoli: I muscoli si tendono in preparazione a una possibile azione fisica, ma questo può anche causare tremori e sensazioni di debolezza.

Disturbo da attacchi di panico

Il disturbo da attacchi di panico (DAP) è una condizione clinica appartenente alla categoria dei disturbi d’ansia. Si caratterizza per la presenza di episodi ricorrenti e inaspettati di attacchi di panico, ossia improvvise e intense sensazioni di paura o disagio che raggiungono rapidamente un apice e sono accompagnate da sintomi fisici e cognitivi. Tra questi sintomi figurano tachicardia, sudorazione, tremore, dispnea, sensazione di soffocamento, paura di morire o di perdere il controllo. Questo disturbo comporta una preoccupazione persistente per la possibilità di futuri attacchi e cambiamenti significativi nel comportamento quotidiano, spesso accompagnati da evitamento di situazioni percepite come rischiose.

Cosa sono gli attacchi di panico

Gli attacchi di panico (o crisi di panico) sono episodi acuti e intensi di paura o di una rapida escalation dell’ansia normalmente presente. Questi episodi si sviluppano improvvisamente, spesso senza un motivo apparente, e raggiungono il loro apice nel giro di pochi minuti.

Durante un attacco di panico, i sintomi somatici e cognitivi possono includere:

  • Fisici:
    • Tachicardia o palpitazioni
    • Sudorazione improvvisa
    • Tremori o scuotimenti
    • Sensazione di soffocamento
    • Dolore o fastidio al petto
    • Nausea o disturbi addominali
    • Capogiri, instabilità, sensazioni di svenimento
    • Vampate di calore o brividi
    • Parestesie (intorpidimento o formicolio)
  • Cognitivi e psicologici:
    • Paura di perdere il controllo o di impazzire
    • Paura di morire
    • Sensazioni di derealizzazione (percezione del mondo esterno come irreale) o depersonalizzazione (sensazione di distacco da sé stessi).

Questi episodi sono descritti dai pazienti come esperienze terribili, spesso inaspettate e travolgenti. Sebbene il primo attacco sia generalmente inatteso, episodi successivi possono essere anticipati da situazioni stressanti o ansiose, alimentando il ciclo del panico.

Caratteristiche del disturbo da attacchi di panico

La caratteristica distintiva del DAP è la presenza di attacchi ricorrenti e inaspettati, accompagnati da almeno un mese di preoccupazione persistente riguardo alla possibilità di nuovi episodi o alle loro conseguenze. I pazienti sviluppano spesso comportamenti di evitamento, riducendo progressivamente la loro esposizione a situazioni o luoghi che potrebbero innescare un attacco. Questo può evolvere in agorafobia, ossia un’ansia marcata riguardo a trovarsi in luoghi o situazioni dai quali potrebbe essere difficile fuggire o ottenere aiuto durante un attacco.

Le persone con DAP possono trovarsi progressivamente intrappolate in un circolo vizioso, evitando luoghi pubblici, viaggi, mezzi di trasporto o anche il semplice uscire di casa da soli. Tale isolamento sociale e funzionale può portare a una depressione secondaria e a un senso di frustrazione derivante dalla dipendenza dagli altri.

Epidemiologia

Il DAP colpisce circa il 2-5% della popolazione generale, con una maggiore prevalenza nelle donne rispetto agli uomini (rapporto 2:1). L’esordio è più comune nell’adolescenza o nella prima età adulta, con un picco tra i 20 e i 30 anni. Eventi stressanti, predisposizione genetica, fattori ambientali e condizioni mediche possono influenzare la probabilità di sviluppare il disturbo.

Eziologia

Il disturbo da attacchi di panico è il risultato di una complessa interazione tra fattori genetici, biologici, psicologici e ambientali:

  • Fattori genetici: Studi su gemelli indicano una componente ereditaria significativa, con un rischio maggiore tra i parenti di primo grado di persone affette.
  • Fattori neurobiologici: Alterazioni nei sistemi neurotrasmettitoriali, in particolare il GABA, la serotonina e la noradrenalina, sono associate al disturbo. È stato osservato un ruolo chiave dell’iperattività dell’amigdala e della disregolazione della corteccia prefrontale.
  • Fattori psicologici: Interpretazioni catastrofiche di normali sensazioni corporee e un basso livello di tolleranza all’incertezza contribuiscono al mantenimento del disturbo.
  • Eventi stressanti: Tra i fattori precipitanti più comuni figurano matrimoni, separazioni, lutti, traumi fisici o psicologici, problemi finanziari o lavorativi.

Diagnosi

La diagnosi di DAP viene formulata secondo i criteri del DSM-5:

  1. Presenza di attacchi di panico ricorrenti e inaspettati.
  2. Almeno un mese di preoccupazione persistente riguardo a nuovi attacchi o alle loro conseguenze.
  3. Cambiamenti significativi nel comportamento a causa degli attacchi.

È fondamentale escludere condizioni mediche sottostanti (ad esempio, ipertiroidismo o aritmie cardiache) e altri disturbi psichiatrici (come il disturbo d’ansia generalizzata o il disturbo ossessivo-compulsivo).

Sintomatologia

Gli attacchi di panico raggiungono rapidamente il loro apice (di solito entro 10 minuti) e durano in media 20-30 minuti. La loro frequenza e gravità variano notevolmente tra i pazienti, da episodi quotidiani a crisi meno frequenti ma ugualmente debilitanti.

Un fenomeno comune è rappresentato dagli attacchi paucisintomatici, nei quali si manifestano solo alcuni dei sintomi tipici senza raggiungere un vero attacco completo. Tuttavia, questi episodi possono essere altrettanto spaventosi per il paziente.

Trattamento

Psicoterapia

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è considerata il trattamento di elezione per il DAP. I suoi obiettivi principali includono:

  1. Modifica dei pensieri disfunzionali: Attraverso strategie cognitive, si aiutano i pazienti a riconoscere e ristrutturare i pensieri catastrofici che alimentano gli attacchi.
  2. Esposizione graduale: Si espone il paziente, in maniera controllata e progressiva, alle situazioni temute o alle sensazioni fisiche associate al panico (ad esempio, tachicardia indotta da esercizio fisico).
  3. Tecniche di rilassamento: La respirazione diaframmatica e la meditazione mindfulness possono ridurre l’attivazione fisiologica e migliorare la gestione dello stress.

Farmacoterapia

I farmaci vengono utilizzati soprattutto nei casi più gravi o quando la psicoterapia da sola non è sufficiente. Le principali classi di farmaci includono:

  1. Antidepressivi:
  • SSRI (es. sertralina, fluoxetina): Rappresentano il trattamento di prima linea grazie alla loro efficacia e tollerabilità.
  • SNRI (es. venlafaxina): Utilizzati in alternativa agli SSRI.
  1. Ansiolitici:
  • Le benzodiazepine (es. lorazepam, clonazepam) possono essere prescritte per il controllo acuto dei sintomi, ma l’uso a lungo termine è sconsigliato per il rischio di dipendenza.
  1. Beta-bloccanti: Utilizzati per alleviare sintomi somatici come la tachicardia.

Interventi integrativi

Tecniche come la Acceptance and Commitment Therapy (ACT), il rilassamento progressivo e l’EMDR (per il trattamento dei traumi) possono essere utili nel percorso terapeutico.

Prognosi

Con un trattamento adeguato, la maggior parte dei pazienti sperimenta una significativa riduzione dei sintomi e un miglioramento della qualità di vita. Tuttavia, la mancanza di intervento può portare a una cronicizzazione del disturbo, con impatti negativi sul funzionamento sociale, lavorativo e personale.

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