Bulimia

La bulimia, o più propriamente bulimia nervosa, è un disturbo del comportamento alimentare (DCA) caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffate seguiti da comportamenti compensatori inappropriati volti a prevenire l’aumento di peso. Tali comportamenti includono vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici o altri farmaci, digiuno prolungato o esercizio fisico eccessivo. Questo disturbo è associato a un’intensa preoccupazione per il peso corporeo e la forma fisica, spesso accompagnata da un’autovalutazione basata esclusivamente su questi fattori.

Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione), la diagnosi di bulimia nervosa richiede che gli episodi di abbuffata e i comportamenti compensatori si verifichino almeno una volta a settimana per un periodo di tre mesi. La bulimia si distingue per la natura ciclica di abbuffate e comportamenti compensatori, nonché per l’ansia e il senso di colpa associati.

La bulimia nervosa è un disturbo complesso che richiede un approccio integrato per affrontarne le molteplici manifestazioni e cause. Comprendere la natura del disturbo, le sue implicazioni e le modalità di trattamento è essenziale per supportare chi ne è affetto e promuovere il recupero.

Etimologia

Il termine “bulimia” deriva dal greco antico βουλιμία (boulīmía), composto da βοῦς (bous), che significa “bue”, e λιμός (limós), che significa “fame”. Letteralmente, il termine si traduce in “fame da bue”, indicando un appetito vorace o insaziabile. Sebbene inizialmente usato in medicina per descrivere un sintomo di fame patologica, il termine è stato successivamente adottato in psichiatria per designare un disturbo specifico del comportamento alimentare.

Caratteristiche cliniche

Abbuffate

Un’abbuffata è definita come il consumo, in un periodo limitato di tempo (solitamente meno di due ore), di una quantità di cibo significativamente maggiore rispetto a quella che la maggior parte delle persone mangerebbe in circostanze simili. Durante l’abbuffata, la persona sente di perdere il controllo sul cibo, incapace di smettere di mangiare o di controllare cosa e quanto sta mangiando.

Gli alimenti consumati durante un’abbuffata sono spesso ricchi di calorie, grassi e zuccheri, come dolci, snack o fast food. Tuttavia, l’elemento distintivo non è la qualità del cibo, ma la quantità e il senso di perdita di controllo.

Comportamenti compensatori

I comportamenti compensatori vengono messi in atto per neutralizzare gli effetti dell’abbuffata e prevenire un aumento di peso. I più comuni includono:

  • Vomito autoindotto: È il metodo più frequentemente usato e può causare gravi complicanze mediche, come squilibri elettrolitici, erosione dello smalto dentale e lesioni all’esofago.
  • Abuso di lassativi e diuretici: Questi comportamenti possono portare a disidratazione, danni renali e alterazioni dell’equilibrio elettrolitico.
  • Esercizio fisico eccessivo: L’attività fisica viene praticata in modo compulsivo e sproporzionato rispetto alle necessità energetiche, causando spesso affaticamento e stress fisico.
  • Digiuno prolungato: Dopo un’abbuffata, la persona può astenersi dal cibo per lunghi periodi, perpetuando un ciclo di privazione e abbuffata.

Ansia e autostima

Le persone con bulimia nervosa mostrano una forte preoccupazione per il proprio peso e la propria forma corporea. L’autostima è spesso profondamente influenzata da questi fattori, portando a un costante desiderio di dimagrimento e a una paura intensa di ingrassare.

Epidemiologia

La bulimia nervosa colpisce principalmente adolescenti e giovani adulti, con un picco di insorgenza tra i 15 e i 25 anni. Sebbene sia più comune tra le donne, anche gli uomini possono essere affetti, sebbene con una prevalenza inferiore. Studi epidemiologici stimano una prevalenza tra l’1% e il 2% nella popolazione generale.

Eziologia

La bulimia è un disturbo multifattoriale, influenzato da una combinazione di fattori genetici, biologici, psicologici, familiari e socioculturali.

Fattori genetici e biologici

Ricerche genetiche hanno indicato una predisposizione ereditaria ai disturbi del comportamento alimentare. Alterazioni nei neurotrasmettitori cerebrali, in particolare la serotonina e la dopamina, possono influenzare l’appetito, l’umore e il controllo degli impulsi.

Fattori psicologici

La bulimia è frequentemente associata a disturbi dell’umore (come depressione e ansia), disturbi della personalità (in particolare il disturbo borderline) e difficoltà nel controllo degli impulsi. Spesso, le abbuffate rappresentano una forma di compensazione emotiva per stress, insoddisfazione o traumi.

Fattori socioculturali

La pressione sociale per aderire a ideali di magrezza, promossa dai media e dalla cultura occidentale, è un elemento significativo. L’insoddisfazione per il proprio corpo è comune tra gli adolescenti, che sono particolarmente vulnerabili a sviluppare disturbi alimentari.

Fattori familiari

Una dinamica familiare disfunzionale, caratterizzata da critiche sul peso o sull’aspetto fisico, può contribuire allo sviluppo della bulimia. Anche esperienze di abuso fisico o sessuale sono fattori di rischio documentati.

Diagnosi

La diagnosi di bulimia nervosa si basa su criteri definiti nel DSM-5, che includono:

  1. Episodi ricorrenti di abbuffate.
  2. Comportamenti compensatori inappropriati per prevenire l’aumento di peso.
  3. Frequenza minima: almeno una volta a settimana per tre mesi.
  4. Valutazione di sé eccessivamente influenzata dal peso corporeo e dalla forma fisica.

Diagnosi differenziale

La bulimia deve essere distinta da altri disturbi alimentari, come:

  • Anoressia nervosa (tipo con abbuffate/condotte di eliminazione): Le persone con anoressia nervosa presentano un peso corporeo significativamente basso.
  • Disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating disorder): In questo caso, non ci sono comportamenti compensatori inappropriati.

Complicanze mediche

La bulimia può causare numerose complicanze, sia fisiche che psicologiche:

  • Squilibri elettrolitici: Possono portare a disfunzioni cardiache potenzialmente fatali.
  • Danni gastrointestinali: Come esofagite, ulcere gastriche e rallentamento dello svuotamento gastrico.
  • Problemi dentali: Erosione dello smalto dentale, carie e sensibilità dentale dovuti al vomito frequente.
  • Disturbi dell’umore: Depressione, ansia e aumento del rischio di suicidio.

Trattamento

Il trattamento della bulimia nervosa richiede un approccio multidisciplinare, combinando interventi psicologici, farmacologici e nutrizionali.

Terapia psicologica

  • Terapia cognitivo-comportamentale (CBT): È considerata il trattamento di prima linea. Mira a interrompere il ciclo di abbuffate e comportamenti compensatori, correggendo i pensieri disfunzionali riguardo al cibo e all’immagine corporea.
  • Terapia interpersonale (IPT): Focalizzata sulle relazioni personali e sulle difficoltà sociali che possono contribuire al disturbo.
  • Terapia familiare: Particolarmente utile negli adolescenti.

Terapia farmacologica

Gli antidepressivi, in particolare gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), come la fluoxetina, sono approvati per il trattamento della bulimia e possono aiutare a ridurre la frequenza delle abbuffate e migliorare l’umore.

Supporto nutrizionale

Un dietista o nutrizionista specializzato può aiutare a sviluppare piani alimentari equilibrati e a correggere le abitudini alimentari disfunzionali.

Prognosi

La prognosi della bulimia nervosa varia. Circa il 50% dei pazienti recupera completamente, mentre il 30% migliora con episodi ricorrenti. Tuttavia, un 20% può sviluppare un decorso cronico. Una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo migliorano significativamente gli esiti.

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