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. È caratterizzata da episodi psicotici che includono deliri, allucinazioni, disorganizzazione del pensiero e sintomi negativi come apatia e isolamento sociale. La schizofrenia rappresenta una delle condizioni psichiatriche più complesse e debilitanti, influenzando significativamente la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.
La schizofrenia è un disturbo eterogeneo, il che significa che può manifestarsi con una varietà di sintomi e gravità, richiedendo approcci terapeutici personalizzati.
Etimologia
Il termine “schizofrenia” deriva dal greco antico:
- schízō: “dividere” o “scindere”.
- phrḗn: “mente” o “intelligenza”.
Il termine fu coniato nel 1911 dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler, che intendeva descrivere la “scissione” tra pensiero, emozioni e comportamento caratteristica di questo disturbo. Va sottolineato che il termine non implica una “doppia personalità”, una concezione errata e comune legata alla schizofrenia.
Caratteristiche principali
La schizofrenia si manifesta attraverso una combinazione di sintomi positivi, sintomi negativi e sintomi cognitivi, che possono variare significativamente tra i pazienti.
Sintomi positivi
I sintomi positivi rappresentano un’aggiunta o distorsione delle normali funzioni cognitive e comportamentali:
- Deliri:
- Credenze false e irrazionali, non modificabili nonostante le prove contrarie.
- Tipologie comuni:
- Deliri paranoidi (es. convinzione di essere perseguitati).
- Deliri di grandezza (es. credere di avere poteri straordinari).
- Deliri di riferimento (es. credere che eventi casuali siano indirizzati a sé).
- Allucinazioni:
- Percezioni sensoriali senza stimoli reali.
- Le più frequenti sono le allucinazioni uditive (es. sentire voci), seguite da quelle visive e tattili.
- Disorganizzazione del pensiero:
- Discorso incoerente, associazioni illogiche o difficoltà a mantenere un filo conduttore.
- Comportamenti disorganizzati o catatonici:
- Comportamenti imprevedibili, disordinati o inappropriati al contesto.
- La catatonia può includere immobilità estrema, mutismo o movimenti ripetitivi.
Sintomi negativi
I sintomi negativi indicano una riduzione o perdita delle normali capacità emotive, motivazionali e sociali:
- Appiattimento affettivo:
- Ridotta espressività delle emozioni attraverso il volto, il tono della voce o i gesti.
- Avolizione:
- Mancanza di motivazione e incapacità di iniziare o completare attività quotidiane.
- Alogia:
- Diminuzione della quantità e della qualità del discorso.
- Anedonia:
- Incapacità di provare piacere in attività precedentemente gratificanti.
- Isolamento sociale:
- Riduzione delle interazioni sociali e tendenza al ritiro.
Sintomi cognitivi
La schizofrenia può compromettere le capacità cognitive, influenzando:
- Memoria di lavoro: Difficoltà a mantenere e utilizzare informazioni temporanee.
- Attenzione: Ridotta capacità di concentrazione.
- Funzioni esecutive: Problemi nella pianificazione, risoluzione di problemi e processi decisionali.
Sottotipi e classificazione
In passato, la schizofrenia era suddivisa in sottotipi (paranoide, catatonica, disorganizzata, indifferenziata e residua) secondo il DSM-IV. Tuttavia, il DSM-5 ha eliminato questa classificazione, considerando la schizofrenia come un disturbo unico con una gamma di sintomi che possono variare per intensità e durata.
Epidemiologia
- Prevalenza: Colpisce circa lo 0,25%-0,64% della popolazione mondiale.
- Esordio: Tipicamente tra i 16 e i 30 anni, con un esordio più precoce negli uomini rispetto alle donne.
- Genere: La schizofrenia colpisce uomini e donne in modo simile, ma negli uomini tende a manifestarsi in forma più grave.
Eziologia
La schizofrenia è considerata un disturbo multifattoriale, in cui interagiscono fattori genetici, neurobiologici e ambientali.
Fattori genetici
- Ereditarietà: La schizofrenia ha una forte componente genetica; il rischio aumenta significativamente in caso di familiarità.
- Rischio generale: 1%.
- Rischio per un gemello monozigote: 40-50%.
- Studi genetici hanno identificato vari geni implicati nella regolazione dei neurotrasmettitori e dello sviluppo cerebrale.
Fattori neurobiologici
- Neurotrasmettitori:
- L’ipotesi dopaminergica suggerisce un’eccessiva attività della dopamina in alcune aree cerebrali.
- Anche glutammato, serotonina e GABA sono coinvolti.
- Anomalie strutturali:
- Ridotto volume della corteccia prefrontale, ippocampo e talamo.
- Dilatazione dei ventricoli cerebrali.
Fattori ambientali
- Complicanze prenatali e perinatali:
- Infezioni materne, malnutrizione e ipossia durante il parto.
- Traumi e stress:
- Esperienze traumatiche, stress cronico e condizioni di vita difficili.
- Uso di sostanze:
- Droghe come cannabis, anfetamine o LSD possono aumentare il rischio o scatenare l’insorgenza della schizofrenia.
Diagnosi
La diagnosi di schizofrenia si basa sui criteri del DSM-5 o dell’ICD-11. I principali criteri includono:
- Presenza di due o più sintomi principali (deliri, allucinazioni, pensiero disorganizzato, sintomi negativi) per almeno un mese.
- Riduzione significativa del funzionamento in ambito lavorativo, sociale o personale.
- Durata complessiva dei sintomi di almeno sei mesi, con periodi di sintomi attenuati o residui.
La diagnosi richiede l’esclusione di altre condizioni mediche, neurologiche o psichiatriche che potrebbero spiegare i sintomi.
Trattamento
Il trattamento della schizofrenia è complesso e richiede un approccio multidisciplinare, che include terapia farmacologica, psicoterapia e interventi psicosociali.
Terapia farmacologica
- Antipsicotici:
- Di prima generazione (es. aloperidolo): Efficaci per i sintomi positivi, ma associati a effetti collaterali extrapiramidali (rigidità, tremori).
- Di seconda generazione (es. risperidone, olanzapina, aripiprazolo): Migliore tollerabilità, efficaci anche per alcuni sintomi negativi.
- Adesione al trattamento:
- La mancata aderenza ai farmaci è comune; in questi casi possono essere utili antipsicotici a rilascio prolungato.
Psicoterapia
- Terapia cognitivo-comportamentale (CBT):
- Riduce la gravità di deliri e allucinazioni.
- Aiuta a sviluppare strategie di coping.
- Psicoeducazione:
- Fornisce informazioni sulla malattia e promuove l’autogestione dei sintomi.
- Terapia familiare:
- Migliora la comunicazione e il supporto familiare.
Interventi psicosociali
- Riabilitazione sociale e lavorativa:
- Programmi per reinserire il paziente nel tessuto sociale e professionale.
- Gruppi di supporto:
- Favoriscono il confronto tra pazienti con esperienze simili.
Interventi aggiuntivi
- Esercizio fisico: Migliora il benessere mentale e fisico.
- Tecniche di rilassamento: Riduzione dello stress attraverso mindfulness o yoga.
Prognosi
La schizofrenia è un disturbo cronico, ma la prognosi varia ampiamente:
- Fattori favorevoli:
- Esordio tardivo e acuto.
- Buon funzionamento premorboso.
- Forte rete di supporto sociale.
- Fattori sfavorevoli:
- Esordio precoce e insidioso.
- Presenza di sintomi negativi gravi.
- Comorbilità con abuso di sostanze.
Con trattamento adeguato, molti pazienti possono gestire i sintomi e vivere una vita soddisfacente.